“La vita non è aspettare che passi la tempesta,
ma imparare a ballare sotto la pioggia.”
Tra le migliaia di offerte di lavoro che quotidianamente vengono pubblicate nei portali, nelle riviste, nei siti di annunci e nelle pagine aziendali (come ad esempio il social network LinkedIn), è divenuto sempre più frequente, da parte delle imprese, la ricerca di profili che siano in possesso di abilità coinvolte nella risoluzione dei problemi, ovvero di “problem solving“. Esso è un concetto che, in prima battuta, potrebbe sembrare farraginoso, ma dopo un’analisi più accurata si capisce che non lo è affatto. Obbiettivo del post di questa settimana è scoprire il perché.
In letteratura si possono trovare differenti approcci, ma quello a cui facciamo riferimento è il PROBLEM SOLVING STRATEGICO®, un particolare modello di soluzione di problemi, formulato in maniera del tutto originale dal gruppo Nardone e dai suoi collaboratori (registrato anche come marchio), in virtù della ultra ventennale esperienza nel risolvere disfunzioni individuali e relazionali, organizzative e manageriali. Il modello di Problem Solving Strategico® ragionando in una logica non ordinaria, applica dei riduttori di complessità che ci aiutano a risolvere problemi con una maggior velocità, efficienza ed efficacia; creando quindi una maggiore chiarezza sulle priorità e di conseguenza perseguendo meglio i nostri obiettivi.
Quando si parla di Problem Solving Strategico® è inevitabile parlare di Comunicazione Strategica, poiché la “Logica di Problem Solving” e il “Linguaggio” rappresentano le due anime dell’approccio strategico; infatti, non esiste Problem Solving Strategico® senza Comunicazione Strategica e viceversa, non esiste Comunicazione Strategica senza Problem Solving Strategico®. Due facce della stessa medaglia che vanno armonizzate, in modo da creare una sorta di DANZA COMUNICATIVA, affinché il cambiamento prefissato sia non solo possibile ma inevitabile.
Come recita il primo postulato della “Pragmatica della comunicazione” <Non si può non comunicare> (Watzlawick, 1967), da ciò ne deriva che, dobbiamo scegliere se farlo in modo casuale e subire tale ineluttabilità, oppure scegliere di farlo strategicamente e gestire la comunicazione. Quest’ultima può essere definita come l’attività che ci permette di mandare segnali che, a loro volta, generano risposte significative nell’ambiente, attuando un processo interazionale e teoricamente infinito di azioni e retroazioni.
La comunicazione strategica è l’arte, sviluppata prima da Paul Watzlawick e successivamente dal gruppo Nardone, dell’uso del linguaggio verbale, paraverbale e non verbale come strumento per rendere la nostra comunicazione capace non solo di far “capire razionalmente” ma soprattutto di far “sentire suggestivamente” ciò che si vuol indurre nei nostri interlocutori; parafrasando le parole di Austin, “un linguaggio performativo che si sostituisce a quello ordinario indicativo“: ovvero, il passaggio da una comunicazione che “spiega” a una che “induce a fare”.
Nella letteratura relativa ad aziende e organizzazioni si fa riferimento spesso ai concetti di strategie e di problem solving strategico, riferendosi però, con tali espressioni, a costrutti teorico-applicativi e ad approcci spesso diversi e, talvolta, contrapposti. Si tratta infatti di un settore che si offre all’analisi nei suoi aspetti più diversi: basti pensare alle molte pubblicazioni relative a strategie di gestione aziendale, all’attuazione di strategie vincenti per raggiungere il successo, o ancora alle strategie di marketing per conquistare nuovi segmenti di domanda o lanciare nuovi prodotti, oppure alle strategie di comunicazione interne ed esterne all’azienda. Ognuno di questi ambiti, poi, può essere affrontato a partire da orientamenti teorici differenti, con il risultato che l’espressione problem solving viene ad assumere significati e valenze diversissimi.
Il Problem Solving Strategico® si può applicare per definizione a qualunque tipologia di problema e ad ambiti decisamente diversi tra di loro poiché la sua struttura si è venuta a creare grazie a una ricerca-intervento di tipo empirico-sperimentale applicata a centinaia di casi, tanto che il Problem Solving Strategico è stato basilare per la messa a punto dei “protocolli specifici di intervento terapeutico” che compongono il modello di psicoterapia breve strategica. In altri termini, è la metodologia su cui si fondano i diversi approcci di intervento breve strategico: la psicoterapia, il coaching, il counseling, la consulenza aziendale.
“Cambia prima di essere costretto a farlo.”
Jack Welck
Come abbiamo accennato poco fa, il cambiamento ed il miglioramento continuo sono parte integrante della vita dell’organizzazione, ma cavalcare il cambiamento e trasformarlo in miglioramento non è sempre cosa facile. Il modello strategico ci offre l’opportunità per realizzare questo obiettivo. Quest’ultimo difatti, non è il cambiamento inteso come costrutto astratto, qualcosa di vago e casuale a cui attribuire comunque positivi effetti, bensì il cambiamento strategico: ovvero, il raggiungimento degli scopi prefissati nella maniera più efficace ed efficiente.
Proprio per queste sue caratteristiche che permettono di studiare le difficoltà umane e persino le patologie come problemi a cui applicare procedimenti logici rigorosi ma al tempo stesso decisamente creativi, il Modello è divenuto da anni il riferimento teorico ed applicativo per studiosi, psicoterapeuti e manager di tutto il mondo.
Nardone Model COUNSEL COACHING STRATEGICO ® 35, 41, 44 ( Nice Classification )
(Copyright © di M. Cristina Nardone)
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