Il primo post di dicembre, l’ho scritto e dedicato a tutte quelle DONNE che ho incontrato negli ultimi anni: professioniste, casalinghe, mamme, figlie e amiche viste in apparenti abiti normali ma con un’indole che farebbe invidia a “Wonder Woman”. DONNE che cercano di fare tutto al meglio, a volte riuscendoci, ma con una fatica fisica ed emotiva davvero enorme.
Comportati in modo da aumentare le tue possibilità di scelta.
Von Foester
Come molte di voi, in passato ho seguito moltissimi corsi sulla leadership. Nei miei 20 anni di lavoro, ho studiato gran parte dei modelli, ho provato ad applicarli, a seguirne uno specifico e mi sono resa conto che per quanto fossero ben strutturati, diventavano presto limitanti.
Ad ognuno di loro mancava un pezzo, una parte di competenze che, ancora oggi troppo spesso, vengono definite soft skills ovvero, quell’insieme di abilità che aiutano a condurre le persone verso gli scopi prefissati, le motiva e le stimola al raggiungimento massimo delle loro performance, permettendo di definire gli obiettivi e di comunicarli in modo chiaro e preciso a tutti i livelli coinvolti ed infine a risolvere problemi tecnici o di relazioni in tempi ultrarapidi.
Insomma un metodo capace di sbloccare le resistenze, semplificare i processi e sostenere la creazione di nuove realtà, tenendo conto dei fattori umani, sociali e psicologici che influenzano le azioni e le decisioni ben più dei calcoli statistici.
E sono proprio queste le competenze racchiuse nei modelli di comunicazione strategica, di Problem solving e coaching Strategico che ho avuto il vantaggio di avere in casa e in azienda, conoscenze evolute sulla natura umana e sulle resistenze al cambiamento, indispensabili per superare in modo diretto ed efficace i miei limiti, i miei autoinganni e le mie credenze spesso disfunzionali.
Moltissimi colleghi hanno constatato, come me, la parzialità dei modelli esistenti e hanno dovuto sperimentare sulla propria pelle le inefficienze, arrivando a costruirsi con molta fatica le loro prassi vincenti.
Non per caso, si tratta di leadership dove le competenze di comunicazione strategica e di problem solving sono considerate fondamentali hard skills e non più considerate trasversali. Riporto un esempio, quello di un grande top manager internazionale, l’Ing. Pierluigi Tosato, trascrivendo testualmente ciò che ha raccontato nel suo libro “SAMURAI MANAGER – La Montagna Inaccessibile” riconfermando quanto appena scritto:
«Non esiste un modello ideale, ma tutte le aziende eccezionali hanno un determinato tipo di leadership: una leadership che pone l’Uomo e la Conoscenza al centro del progetto e non ricerchi la soddisfazione nichilistica del sé, e quindi sia impresa centrica e non egocentrica; che sappia affrontare sempre la dura realtà, quindi sappia guardare la realtà delle cose dove avvengono e dove spendere il proprio tempo, che favorisca un clima dove si ricerchi la verità, ma non si puniscano i colpevoli; che trasformi l’azienda in un’organizzazione che apprende dai propri errori con la riflessione e l’autocritica incessante e affini continuamente le proprie competenze; che sappia scegliere le persone giuste e sappia trasformarle in una squadra eccezionale; che favorisca la collaborazione, la comunicazione e la propensione a prendere rischi; che sappia semplificare i processi e eliminare quello che non serve a creare valore; che sappia rendere l’azienda resiliente agli shock esterni; che sappia contagiare tutti con il virus della fiducia e della passione; che sappia progettare sogni collettivi e traguardi apparentemente irraggiungibili, che rendano tutti orgogliosi; che sia umile ma abbia la forza di intraprendere la scalata della montagna inaccessibile della perfezione e della Conoscenza.
Come sostiene Maria Cristina Nardone, nel suo libro L’azienda Vincente, la logica quantitativa e statistica ha pervaso la maggioranza delle discipline scientifiche e applicative, così come la scienza del Management, ovvero l’insieme delle discipline che si occupano di migliorare le performance aziendali e organizzative. L’abuso di questa concezione arida e numerica conduce ad aberrazioni ben poco intelligenti e all’azzeramento della considerazione del fattore umano. Il successo si esprime, invece, quando il rigore è coniugato all’inventiva, la sistematicità alla creatività, all’interno di modelli flessibili e adattabili alle differenti caratteristiche di ogni azienda o organizzazione. Non è mai una questione di gerarchie, strutture, strategie, tattiche o sistemi. Le aziende non sono eserciti, dove si comanda con il terrore. Non è l’arte della guerra, per battere un avversario.
È soltanto una questione di persone che cercano di andare oltre i loro limiti umani. È sempre una questione di singoli individui, che all’interno di una organizzazione, cercano di giocare come un collettivo ispirati da un sogno comune. Individui, che hanno il coraggio di essere ispirati e di ispirare gli altri con i sogni, che riescano a scalare la montagna, passo dopo passo, godendosi il viaggio. Il governo basato sull’Uomo significa innanzitutto correggere la propria mente e poi quella degli altri.»
Come recita un aforisma africano:
Se vuoi sfamare un uomo (in questo caso una donna) non dargli un pesce, insegnali a pescare.
Ecco come mi è venuto in mente l’apertura della prima Scuola di leadership strategica al femminile, per insegnare alle donne a gestire tutte le pressioni psicologiche e sociali, trasformare i propri limiti in punti di forza ed aggiungere alle proprie competenze quelle skills specifiche di un Modello sistematico ma non rigido come il problem solving strategico, composto da tecniche di comunicazione persuasoria e straordinari stratagemmi che hanno già ben dimostrato la loro sorprendente efficacia ed efficienza in migliaia di casi, con lo scopo preciso di aiutare le donne ad avere successo nel mondo del lavoro senza rinunciare alla propria identità e con tempi brevi.
Per chiudere la premessa a questo nuovo progetto formativo-esperienziale di STC Change Strategies, ricordo che per uno strategico, il presupposto fondamentale è la rinuncia a qualsiasi teoria forte che stabilisca a priori la strategia d’intervento. Come direbbe Popper:
Ogni teoria razionale, non importa se scientifica o filosofica, è tale nella misura in cui cerca di risolvere determinati problemi.
La sua prima preoccupazione è quella di adattare le proprie conoscenze alle “realtà” parziali che si trova di volta in volta ad affrontare, mettendo a punto strategie fondate sugli obiettivi da raggiungere e in grado di adattarsi, passo dopo passo, all’evolversi della “realtà” su cui si interviene.
Abbandonando la rassicurante tesi positivista di una conoscenza “scientificamente vera”, nell’intervento strategico ci si occupa, infatti, di individuare i modi più “funzionali” di conoscere e agire, ovvero di condurre l’individuo alla “consapevolezza operativa”.
Dal mio punto di vista il leader moderno dovrebbe essere colui che non obbliga nessuno ma che attraverso i suoi comportamenti, il suo modo di agire e comunicare riesce a meritare la stima degli altri e creare un “mondo” al quale le persone DESIDERINO appartenere.
Sarò onorata di lavorare con ciascuna di voi, insieme alle straordinarie testimonial e a tutti i nostri formatori, per accompagnarvi a costruire nuove realtà desiderate.
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Nardone Model COUNSEL COACHING STRATEGICO ® 35, 41, 44 ( Nice Classification )
(Copyright © di M. Cristina Nardone)
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