Coaching strategico

trasformare i limiti in risorse

Il Coaching Strategico è l’intervento di elezione in quelle situazioni dove sia richiesto di occuparsi dello sviluppo di talenti o del superamento di limiti personali, in altri termini si lavora sulle incapacità e sulle fragilità dei nostri clienti prima che queste si trasformino in problemi. Scoprire i nostri limiti, imparare a gestirli per poi trasformarli in risorse.

Coach Strategico: ottenere il massimo con il minimo sforzo

Guidare la persona o il gruppo ad andare al dì la dei propri limiti, a sviluppare nuove prospettive e percezioni della realtà e delle proprie risorse, a vivere esperienze nuove, spesso inaspettate, e, grazie a questo, sviluppare le capacità necessarie per ottenere più elevati livelli di performance e gratificazione; un percorso orientato allo sviluppo delle risorse umane e del talento personale.

Applicazioni del Coaching in Azienda e organizzazioni

  • Affiancare Dirigenti e Leaders aziendali per migliorare la loro performance o le Soft Skills
    (comunicazione, leadership, problem solving, team building, delega, coaching skills, etc)
  • Aiutare il Board a definire Vision, Mission, Valori e Obiettivi strategici
  • Aiutare gli High Potentials a diventare Leaders migliori
  • Gestire e risolvere Conflitti e Negoziazioni difficili
  • Trasformare un gruppo in una squadra compatta
  • Supportare Managers appena promossi nella loro crescita
  • Essere di supporto a persone chiave che necessitano un professionista al loro fianco

Cosa distingue il Coaching Strategico

Nella nostra ventennale esperienza di consulenti in ambito clinico e organizzativo, ci è apparso sempre più evidente come, spesso, un intervento orientato allo sviluppo delle risorse e del talento personale preveda anche una competenza specifica ed articolata nell’ambito del problem solving. Un coach, infatti, deve in primo luogo saper individuare e riconoscere la presenza di eventuali blocchi, emotivi, cognitivi o comportamentali, capaci di impedire il più completo esprimersi delle risorse personali del suo cliente.

In secondo luogo, è indispensabile che il coach disponga anche di conoscenze e “strumenti” capaci di facilitare, nel modo più efficace e veloce possibile, il superamento di tale blocchi, qualora questi risultino di limitazione all’emergere dei talenti della persona.

Il Coaching Strategico, pertanto, si distingue da altri approcci per alcune caratteristiche fondamentali

La prima è quella per cui, pur concordando sull’obiettivo di utilizzare e valorizzare le risorse disponibili, possiede una metodologia estremamente efficace ed originale per sbloccare le eventuali trappole che impediscono il pieno utilizzo delle capacità del soggetto.
Il coach strategico guida la persona o il gruppo a sviluppare nuove prospettive e percezioni della realtà e delle proprie risorse, a vivere esperienze nuove e spesso inaspettate, e, grazie a questo, a sviluppare le capacità necessarie per ottenere più elevati livelli di apprendimento, performance e gratificazione.
Da questo punto di vista il coaching strategico è fondamentalmente un percorso di “autosviluppo”, in cui la persona viene guidata a far emergere potenzialità e risorse che potrà poi utilizzare anche in contesti e situazioni differenti rispetto a quelli che hanno fatto emergere la richiesta di quello specifico percorso di coaching. E questo lo rende uno strumento decisamente più potente di altre forme tradizionali di coaching, spesso centrate esclusivamente sul conseguimento di un risultato circoscritto e immediato piuttosto che sullo sviluppo del potenziale della persona.

Per far questo il coach strategico si concentra esclusivamente sul processo (il “come”) che lo porterà a guidare la persona a sbloccare e sviluppare le proprie risorse, disinteressandosi del contenuto delle risorse e dei blocchi (il “cosa” e il “perché”) su cui dovrà lavorare. In questo modo permette al cliente di poter lavorare su quelli che percepisce essere i suoi limiti o le sue difficoltà senza doverli dichiarare. E questa è un’altra  delle caratteristiche più peculiari che differenziano il coaching strategico dai percorsi di coaching tradizionali, che richiedono invece l’esplicitazione, da parte del cliente, del contenuto degli obiettivi e delle difficoltà su cui lavorare.

Tutto questo è reso possibile grazie alle profonde radici teoriche ed epistemologiche a cui il coaching strategico attinge, così come alla estesa pratica operativa, sperimentata e consolidata nei contesti più differenti inerenti al cambiamento e alla crescita personale.
Il coaching strategico, infatti, rappresenta una delle ultime evoluzione applicative dei principi teorici e metodologie operative elaborati da Nardone e dal suo team, applicati e affinati sia nell’attività clinica che nell’ambito organizzativo. Contesti estremamente esigenti, in cui le capacità del professionista di trovare soluzioni specifiche e produrre rapidi cambiamenti assumono anche una valenza “economica”, nella direzione di ridurre al minimo i “costi”, esistenziali e materiali per  la persona o l’organizzazione.

A questo riguardo il patrimonio a disposizione del Coach Strategico è un insieme di costrutti epistemologici e logici ben precisi ed evoluti. Le sue strategie e le sue tecniche non sono mai esecuzioni improvvisate, ma sono piuttosto l’espressione di una “tecnologia avanzata”, resa possibile dall’utilizzo di quella branca specialistica della logica matematica nota come “logica strategica” (da cui la denominazione di coaching “strategico”), dall’impiego delle cosiddette “logiche non ordinarie” (logica dell’autoinganno, della contraddizione, del paradosso), dall’adozione di una precisa epistemologia (quella costruttivista), e dalla costante interazione tra questi due livelli (logico ed epistemologico) con quello dell’applicazione empirica
Ma il coaching strategico rimanda anche alla saggezza di antiche tradizioni, come quella  greca e cinese, che hanno saputo condensare le conoscenze, le abilità e l’intelligenza pragmatica nella raffinata arte della Metis e dello stratagemma cinese. E, parallelamente, all’affascinante mondo della comunicazione persuasoria che, a partire dai sofisti e dallo studio della retorica fino ai più recenti sviluppi della Scuola di Palo Alto ha permesso lo sviluppo di modalità di comunicazione suggestiva e ingiuntiva sempre più evolute, di cui il “dialogo strategico” rappresenta l’espressione più recente e raffinata.

Ed ecco allora un ulteriore aspetto che rende il coaching strategico distinto dagli altri approcci: grazie alle sue caratteristiche questo modello permette di ottenere una concreta efficacia in tempi brevi non solo quando si esprime nell’interazione tra due soggetti (il coach e il suo interlocutore, individuo o gruppo che sia), ma anche qualora ognuno di noi senta il bisogno di diventare “coach di sé stesso”.

Dal momento che ogni individuo è attivo costruttore della propria realtà, una volta acquisite le conoscenze strategiche necessarie ed esercitate le abilità essenziali, chiunque può diventare non solo capace di evitare pericolose “trappole” mentali, ma anche in grado di guidarsi in un percorso che gli permetta di uscirne rapidamente nel caso in cui vi sia rimasto intrappolato. Come il Barone di Munchausen, che caduto in una palude riesce a sollevare se stesso e il proprio cavallo tirandosi da solo per il codino, la persona può quindi impegnarsi in un vero e proprio processo di “self-coaching.
Questo, ovviamente, a patto che la trappola in cui è caduta non sia ormai troppo profonda, caso in cui sarà invece necessario l’aiuto di un coach esterno.

Per tutte queste caratteristiche, e in perfetta linea con l’epistemologia costruttivista che ne è alla base, il coaching strategico mal si lascia incasellare in una descrizione precisa di ciò che “è cercando invece di distinguersi per ciò che “fa” e per “come” lo fa.

Il coach strategico“non fa niente di difficile; e dato che si limita ad innescare discretamente processi che si svilupperanno da sé, non fa neppure nulla di grande. Ma è appunto per questo che è in grado di compiere ciò che alla fine sarà grande.

Sequenza Riassuntiva delle Fasi di un Coaching Strategico

Far emergere le caratteristiche personali su cui far leva, scoprire e definire concretamente i blocchi e limiti da superare.

Il costrutto fondamentale del nostro modello di coaching, è rappresentato dalla tendenza ridondante e ripetuta nel tempo dal soggetto, ad applicare nei confronti delle sue difficoltà, le stesse modalità che lo hanno condotto ad avere in precedenza successo su altre problematiche. Ognuno di noi infatti, ha dei veri e propri copioni che si ripetono ogni qual volta dobbiamo fronteggiare ostacoli. Individuare attraverso una serie di domande strategiche costruite ad hoc la tentata soluzione ridondante è il primo passo per procedere alla sua ristrutturazione o al suo cambiamento.

La prima tecnica per introdurre il cambiamento nel rigido ripetersi dei copioni disfunzionali del cliente, è rappresentato dal ricercare, insieme a lui, se nella sua vita si sono presentati episodi nei quali egli è stato in grado di violare la sua tentata soluzione ridondante ottenendo esiti positivi. Se esiste questa possibilità, possiamo cercare di rilevare se sia replicabile nel presente. Se così fosse, questa diviene la prima leva per innescare il processo di attivazione delle risorse della persona.

Per quanto possa rammaricarci ognuno di noi deve fare i conti con incapacità personali, queste possono essere individuate puntualmente e superate attraverso l’applicazione di specifiche indicazioni che siano calzate alla loro specificità.
Per rendere possibile questo si rende necessario analizzare quali sono le PERCEZIONI BASATE SULLE SENSAZIONI PIÙ PRIMITIVE, ovvero: paura, piacere, dolore, rabbia; che veicolano le reazioni disfunzionali. Sulla base di ciò, grazie alla esperienza derivante dallo studio delle soluzioni per le più importanti patologie psicologiche, si possono selezionare gli STRATAGEMMI idonei a sbloccare le risorse e i talenti imprigionati nella rigidità del modello di tentate soluzioni ridondanti.

Per saperne di più

L’AZIENDA VINCENTE, M. Cristina Nardone,R. Milanese, R. Prato Previde , 2012;
“Saggi di terapia breve” Ponte alle Grazie Ed.
RISORGERE E VINCERE, Aldo. Montano, G. Nardone, Giovanni Sirovich, 2012;
Ponte alle Grazie Ed.
COACHING STRATEGICO, R. Milanese, P. Mordazzi, 2007; “Saggi di terapia breve”
Ponte alle Grazie Ed. – Spanish Edition, Coaching Estrategico, Editorial Herder, Barcellona
SOLCARE IL MARE ALL’INSAPUTA DEL CIELO, G. Nardone, 2007; Ponte alle Grazie Ed. Milano
– Spanish Edition, Surcar el mar sin que el cielo lo sepa, Editorial Herder, Barcellona
CAVALCARE LA PROPRIA TIGRE, G. Nardone, 2003; Ponte alle Grazie Ed. Milano
– Spanish Edition, 2004, El arte de la estrategema, RBA Libros, Barcellona
– French Edition, 2008, Chevaucher son tigre – Editions du Seuil. Paris

 

percorsi formativi suggeriti

Scuola Manageriale in Comunicazione
Scuola di Counsel Coaching Breve Strategico

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